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Piccoli ma potenti: come i piccoli enti possono entrare nel gioco dei progetti europei

11/07/25, 09:00

Perché la dimensione non deve essere un ostacolo per partecipare e vincere.

Quando si parla di progetti europei, molti pensano subito a grandi organizzazioni, enti pubblici di rilievo o reti internazionali consolidate.

Questo crea un pregiudizio difficile da scardinare: se sei piccolo, è quasi impossibile entrare nel giro.

La verità è che, pur essendo più complesso, è possibile – e, in alcuni casi, persino vantaggioso – per un ente minore affacciarsi al mondo della progettazione europea.



Le barriere d’ingresso: reali e percepite

Gli ostacoli ci sono, ed è inutile negarlo:

  • Risorse limitate: poche persone e poco tempo da dedicare alla progettazione.

  • Mancanza di competenze specifiche: conoscenza frammentata dei programmi e delle procedure.

  • Rete di contatti ristretta: assenza di partner internazionali già collaudati.

  • Timore di non essere “all’altezza”: la convinzione che i progetti europei siano riservati a chi ha già esperienza.

Questi fattori portano molti enti a rinunciare ancora prima di provarci.



Perché vale la pena provarci

Essere piccoli significa anche essere più agili.
Le decisioni si prendono velocemente, i cambiamenti sono più facili da implementare e c’è meno burocrazia interna.
In un partenariato europeo, queste caratteristiche possono essere un valore enorme: i grandi enti spesso cercano partner dinamici, capaci di sperimentare e di portare prospettive fresche.



Come rompere il muro

Per entrare davvero nel circuito, serve un approccio graduale:

  1. Iniziare come partner: partecipare a progetti guidati da altri, per fare esperienza senza l’onere del coordinamento.

  2. Investire nella formazione: anche poche ore a settimana per costruire competenze specifiche possono fare la differenza.

  3. Coltivare relazioni: partecipare a eventi, networking e piattaforme di matching.

  4. Focalizzarsi su nicchie: portare un expertise molto specifica che possa rendere indispensabile la propria presenza in un progetto.



La mentalità che fa la differenza

Il salto più grande è mentale: passare dall’idea di “chiedere un finanziamento” a quella di “offrire un valore”.
In un partenariato, non si è lì solo per ricevere fondi, ma per contribuire con competenze, idee e soluzioni che rafforzino l’intero progetto.



Il ruolo di Impacto

Noi crediamo che anche il più piccolo ente possa avere un ruolo strategico in un progetto europeo.
Per questo supportiamo organizzazioni profit e non profit nel fare il primo passo, costruendo insieme competenze, reti e strategie di partecipazione mirata.



Vuoi entrare nel gioco?

Se sei un ente piccolo ma motivato, non lasciare che le dimensioni diventino una scusa.
Contattaci e scopri come possiamo aprirti le porte dei progetti europei, passo dopo passo.

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